Categoria: Fontane Comunità

  • II domenica Tempo Ordinario (Anno A) – 15 gennaio 2023

    “Ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio”.

    RIFLETTIAMO

    Terminato il Tempo di Natale, con la festa del Battesimo di Gesù, celebriamo oggi la Seconda

    Domenica del Tempo Ordinario. La Liturgia ci presenta Gesù indicato da Giovanni Battista come “l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo”. Cristo si manifesta ancora, stavolta come colui che si carica sulle sue spalle i nostri limiti e i nostri peccati. Ed è a Lui che dobbiamo consegnare la vita di ogni creatura, con il suo carico di gioie, dolori e speranze, così da essere capaci di camminare sulla strada della salvezza. Impariamo a far spazio al Cristo che viene incontro a noi nel quotidiano, mettendo da parte, come Giovanni Battista, noi stessi.

    Per la preghiera:

    O Padre, che in Cristo, agnello pasquale e luce delle genti, chiami tutti gli uomini a formare il popolo della nuova alleanza, conferma in noi la grazia del battesimo con la forza del tuo Spirito, perché tutta la nostra vita proclami il lieto annunzio del Vangelo.

    “Imparate a fare il bene e cercate la giustizia”

    Dal 18 al 25 gennaio ricorre la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani: tempo di grazia nel quale le Confessioni cristiane pregano e rendono testimonianza del percorso finora compiuto verso l’unità, e lo rilanciano alla luce del dialogo e dell’attualità. Quest’anno la Settimana preparata dal Consiglio delle Chiese del Minnesota (USA) e ispirato dalle parole del profeta Isaia «Imparate a fare il bene, cercate la giustizia» (Is 1,17), propone di riflettere sulle ingiustizie sociali, per scoprire dal loro riconoscimento prospettive inedite per rinnovare insieme le forme dell’annuncio dell’evangelo che redime e genera fraternità.
    L’appuntamento più significativo per vivere la Settimane sarà la Veglia ecumenica diocesana, che sarà celebrata mercoledì 18 gennaio 2023 alle ore 20.45, nella chiesa di Musile di Piave (VE), curata dall’Ufficio diocesano per l’ecumenismo. Alla celebrazione parteciperanno le Confessioni cristiane presenti in diocesi che vi hanno aderito: Ortodossi romeni e moldavi, la Chiesa Battista Agape (di Fontane) e la Comunità metodista-valdese di Venezia-Treviso. La scelta di celebrare la Veglia nel Sandonatese è data dalla significatività di quel territorio dal punto di vista ecumenico: vi è, infatti, una grande comunità ortodossa romena, ma anche due vive comunità greco-cattoliche, una romena e una ucraina, che parteciperanno anch’esse alla Veglia. Quest’ultima porterà la sua testimonianza di come si è fatta accogliente per tutti gli ucraini in fuga dalla guerra, senza fare distinzioni di confessione cristiana. La Veglia, infatti, vedrà la condivisione di alcune testimonianze di accoglienza e solidarietà vissute dalle Chiese in nome della comune fede in Cristo. L’evento, reso possibile anche dalla generosa collaborazione della parrocchia di Musile, verrà trasmesso in streaming sul canale YouTube della diocesi. Alla Veglia diocesana si affiancheranno quelle zonali, sempre patrocinate dall’ufficio in varie parti della diocesi.

    Il 17 gennaio per celebrare la giornata per il dialogo ebraico-cattolico sempre l’Ufficio per l’ecumenismo propone una serata di taglio storico, che indaga, anche a livello diocesano, la relazione tra cattolici ed ebrei in occasione del 60esimo anniversario della deportazione degli ebrei di Roma: Stelle in una notte buia. La Chiesa Cattolica e la deportazione degli ebrei in Italia (1943), in Casa Toniolo ore 20.45, anche questi trasmessa in streaming sul canale YouTube della diocesi.

    AVVISI

    Grazie a tutti

    Vogliamo ringraziare tutti coloro che si sono impegnati a vario titolo nella nostra accoglienza. Il tutto è riuscito veramente bene. Molte persone da fuori parrocchia o che hanno potuto seguire la celebrazione via streaming si sono complimentati per la buona riuscita.

    Messe

    • Noi sacerdoti ci impegniamo a celebrare ogni giorno alle 18:30, anche nei giorni con funerale.
    • Le intenzioni di tutte le Messe si raccolgono solo in sagrestia dove, per praticità, resta l’agenda. È possibile prenotare le intenzione per la settimana successiva fino al giovedì pomeriggio precedente, in maniera tale da poterle scrivere sul foglietto parrocchiale.

    Scuola d’Infanzia “Maria Immacolata”

    Da lunedì 16 gennaio aprono le iscrizioni alla nostra scuola d’Infanzia “Maria Immacolata”, per i bambini a partire dai 2 anni di età che compiono in questo 2023. Le iscrizioni chiudono il 31 gennaio. È importante prendersi per tempo! Per informazioni contattare la segreteria della scuola dal lunedì al giovedì, dalle 08:30 alle 12:30, tel.: 0422919300.

    Fontane Comunità

    Foglio Informativo per le Famiglie della Parrocchia Natività Beata vergine Maria in Fontane di Villorba COLLABORAZIONE PASTORALE DI VILLORBA https://www.parrocchiafontane.it/
    don Roberto: 3496463513
    don Luca: 3407761039

  • Domenica 1 gennaio 2023 – Madre di Dio II

    Questo nuovo anno  si apre, Gesù, con dei messaggeri improvvisati: nessuno si aspetta  che proprio  i pastori diventino i primi  “apostoli”, portatori di un annuncio così importante.

    Eppure è alle loro bocche che è affidato il Vangelo  che ancora percorre la terra.

    Nessuno di noi, allora, può sentirsi esonerato dal portare la tua Parola.

    Questo nuovo anno si apre, Gesù, con Maria, tua madre, che custodisce

    fatti e parole di cui non può decifrare immediatamente il senso e allora li confronta e li medita, perché non vadano perduti, ma diventino una luce e una forza.

    Anche a noi, Gesù, tu chiedi, lungo quest’anno appena cominciato, di non lasciar scorrere invano la tua grazia nascosta dentro la storia.

    Tu ci domandi di rimanere pensosi davanti a tutto quello che accade, senza mai rinunciare a capire, a discernere il bene dal male e a scegliere, con la saggezza  del Vangelo, la strada da seguire per vivere da discepoli.

  • Venerdì 6 gennaio 2023 – Epifania del Signore

    Le parole dei Magi, Gesù, la loro richiesta ad Erode, trasudano una semplicità disarmante.
    È la stessa limpidezza che abita ogni autentico cercatore di Dio che non possiede la verità, ma la cerca, non pretende di avere Dio a disposizione, ma si mette sulle sue tracce.
    Vedere un segno non basta, bisogna mettersi per strada, per raggiungere il luogo dell’appuntamento.
    Perché non c’è nulla di più grande che incontrare te, il Figlio di Dio.
    A partire da quel momento, infatti, nulla sarà più come prima e la strada del ritorno sarà diversa, perché quello che si è trovato cambia l’aspetto che avevano gli ostacoli.
    Chi ha la fortuna di riconoscerti, come quei magi, in quel bambino non può che tirar fuori il meglio che ha, il meglio che è.

  • Benvenuti don Roberto e don Luca!

    Benvenuti don Roberto e don Luca!

    … e buon compleanno don Roberto! Il vescovo Michele ha creato una situazione davvero propizia donando in reciprocità la cura della parrocchia di Fontane a don Roberto ed un pastore alla parrocchia. Insieme a don Roberto, nella canonica vivrà don Luca che, pur mantenendo i suoi ruoli diocesani legati al dialogo inter-religioso ed alla docenza, darà supporto alla Collaborazione Pastorale Villorbese.

    Alla sentita celebrazione d’ingresso presieduta dal vescovo Michele, si sono uniti i familiari di don Roberto, quelli di don Luca, ex parrocchiani di don Roberto – compresi, via internet, quelli in Brasile -, rappresentanti di altre confessioni cristiane, persone della Collaborazione Pastorale di Istrana (lasciata da don Luca) e numerosi preti.

    Dal sito della Diocesi di Treviso

    DON ROBERTO BOVOLENTA 

    già missionario fidei donum presso la missione diocesana di Manaus (Brasile),  è stato nominato parroco della parrocchia Natività della Beata Vergine Maria in Fontane di Villorba.


    DON LUCA PERTILE

    è stato nominato collaboratore  della Collaborazione pastorale di Villorba (Catena, Fontane, Lancenigo, Villorba),  mantenendo gli incarichi di incaricato diocesano  per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso  e di docente presso lo Studio teologico diocesano e presso l’Istituto di scienze religiose.

    Don Roberto e don Luca sono stati entrambi ordinati il 26 maggio 2007.

    Il saluto del Consiglio Pastorale Parrocchiale

    Ingresso don Roberto e don Luca

    Carissimi don Roberto e don Luca, il Consiglio Pastorale Parrocchiale vi dà il benvenuto nella parrocchia di Fontane, nella Collaborazione pastorale di Villorba.

    Finalmente! La nostra è stata una lunga ma proficua attesa.

    Un’attesa che ha trovato tanta disponibilità: un’operosità di sacerdoti e laici che hanno raccolto l’eredità di don Gianni e l’hanno saputa rendere viva, a servizio della comunità.

    Don Gianni ripeteva spesso che “Se il chicco di grano non muore, rimane solo, se invece muore produce molto frutto”. Ora spetta a voi raccogliere questa eredità, guidarla, orientarla, raccoglierne i frutti e seminare nuovamente.

    Il nostro è stato un lungo “avvento”, ma alla fine il vescovo Michele ci ha fatto dono del vostro servizio in questa comunità e in quella più ampia della Collaborazione pastorale.

    Siete arrivati dopo l’Epifania, un po’ come i Re magi, ricchi di doni, dopo un viaggio più o meno lungo.

    Don Roberto, nuovo parroco, porta con sé un’esperienza di servizio che sicuramente ha inciso profondamente la sua vita di sacerdote: UNDICI anni di missione cambiano le persone. Ora gli viene affidata una nuova Comunità in cui attivare nuove forme di missionarietà, vicino a casa, e forse più impegnativa.

    Don Luca, collaboratore a servizio di tutta la Collaborazione Pastorale, viene da molto più vicino, ma con impegni in diocesi non meno importanti: l’insegnamento a chierici e laici e la direzione dell’ufficio diocesano per l’ecumenismo. Si tratta del servizio che favorisce l’incontro tra cristiani per crescere nella fraternità e nel comune impegno per la pace. Lo dimostra la presenza dei responsabili delle diverse Chiese, alcune delle quali presenti anche qui a Fontane, che cordialmente salutiamo e ringraziamo.

    Lei Vescovo Michele, all’inaugurazione del nuovo oratorio di Lancenigo, ha detto che le strutture parrocchiali devono essere il luogo in cui ci si può 1

    incontrare e prendersi cura gli uni degli altri, dove nessuno “resta senza nome”; luoghi di gioia, di condivisione di esperienze, di accoglienza, di comunità. Mentre noi ci prenderemo cura dei nostri sacerdoti, loro si prenderanno cura della Comunità che oggi ha bisogno di riavvicinare e coinvolgere i giovani, gli anziani, le persone sole, ha bisogno della presenza di sacerdoti che sappiano accogliere con il sorriso, con parole di conforto chi in difficoltà bussa alla porta della canonica: ciò che è mancato in questo ultimo anno.

    In una sua riflessione, in occasione della malattia, don Gianni scriveva: “Sono tanti anni che sono prete, che maneggio rete, barca, pesci. Ho cercato giorno e notte con ansia, con caparbietà, con tenacia la mia pesca abbondante, la mia barca piena, i miei pesci,… quasi una gara tra pescatori. Oggi Signore mi chiedi ancora di lasciare tutto: “Vieni e seguimi, ti farò pescatore di uomini”, ma quanto è difficile questo lasciare, che domanda non solo di non attaccarsi alle persone, ma alla stessa vita.”

    Questo don Roberto e don Luca è l’augurio della nostra comunità: Siate strumento di Dio, non per la vostra, ma per la Sua pesca miracolosa.

    In questo giorno importante per voi e per la nostra comunità, ci avete chiesto, viste le difficoltà economiche delle molte famiglie, di non farvi dei regali. Per questo ciò che vi offriamo è un dono simbolico: dentro questo pacco ci sono tutti i nostri servizi, portati avanti con serenità e simpatia, per rendere la canonica più accogliente e conforme alle vostre necessità.

    Unica richiesta di don Roberto è stata la possibilità che questa celebrazione potesse essere partecipata anche da chi è presente ma molto lontano: ecco che il nostro dono comprende anche le apparecchiature elettroniche che in questo momento permettono la trasmissione di questo evento a tutto il mondo. Certo non potevamo farvene dono se non usandole…..

    Libretto del Rito d’ingresso

    Benvenuti e buon cammino!

  • Febbraio 2021

     7 febbraio 43^ Giornata Nazionale per la Vita

    Libertà, vita e responsabilità. Si snoda su questi temi il Messaggio della Conferenza episcopale italiana in occasione della 43.ma Giornata Nazionale per la Vita, che cade il 7 febbraio 2021. I vescovi si interrogano sul senso della libertà a partire dal tempo di pandemia che stiamo vivendo e che ci ha costretti a limitazioni e lontananze. Un tempo nel quale c’è stata sofferenza soprattutto in termini di rapporti sociali pur respirando “reciprocità”, “a riprova – evidenziano – che la tutela della salute richiede l’impegno e la partecipazione di ciascuno”. Quanta cultura della prossimità, quanta vita donata per far fronte comune all’emergenza!La domanda che sorge è quale società si vuole costruire con la libertà donata da Dio e la risposta è nelle parole di Gesù: “Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”.

    Strumento di bene – Nel Messaggio si esorta a guardare alla Giornata per la Vita 2021 come una preziosa occasione per “sensibilizzare tutti al valore dell’autentica libertà” nel suo servizio alla vita, riconoscendo che essa è uno “strumento” per il bene proprio e degli altri. Pertanto è l’uso che se ne fa “la vera questione umana”, facendo attenzione perché la libertà si può perdere soprattutto se ognuno si chiude in se stesso. 

    La libertà che si genera può portare alla violenza nei confronti degli altri, a “strumentalizzare e a rompere le relazioni” a distruggere la “casa comune”. E’ una libertà che “rende insostenibile la vita, costruisce case in cui non c’è spazio per la vita nascente, moltiplica solitudini in dimore abitate sempre più da animali ma non da persone”. “Papa Francesco – si legge nel Messaggio – ci ricorda che l’amore è la vera libertà perché distacca dal possesso, ricostruisce le relazioni, sa accogliere e valorizzare il prossimo, trasforma in dono gioioso ogni fatica e rende capaci di comunione”.

    Responsabilità è speranza – E’ la libertà a dare senso all’umanità perché è il dono che Dio offre, una libertà che si lega in modo inscindibile alla vita che rappresenta “la possibilità di lasciare una traccia di bellezza in questo mondo, di cambiare l’esistente, di migliorare la situazione in cui si nasce e cresce”. Il pensiero dei vescovi si sofferma sulla responsabilità, “la misura, anzi il laboratorio che fonde insieme le virtù della giustizia e della prudenza, della fortezza e della temperanza”.

    La responsabilità è disponibilità all’altro e alla speranza, è apertura all’Altro e alla felicità. Responsabilità significa andare oltre la propria libertà per accogliere nel proprio orizzonte la vita di altre persone.

    Accogliere la vita – Cambiare la storia vuol dire pronunciare un forte “sì” alla vita che merita di nascere e di esistere perché “potenziale unico e irripetibile, non cedibile”. Solo considerando la “persona” come “fine ultimo” sarà possibile rigenerare l’orizzonte sociale ed economico, politico e culturale, antropologico, educativo e mediale. E’ la verità che ci rende liberi e che invita i cristiani a camminare su questa strada.

    Rispetta, difendi, ama e servi la vita, ogni vita, ogni vita umana! Solo su questa strada troverai giustizia, sviluppo, libertà, pace e felicità!

    7 febbraio – 29^ Giornata Nazionale del Malato 

     “Uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli (MT 23,8) Ricorre l’11 febbraio prossimo, memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes, la 29.ma Giornata Mondiale del Malato. Il pensiero di Francesco va particolarmente a quanti in tutto il mondo patiscono gli effetti del Covid-19, specialmente i più poveri. Una pandemia che “ha fatto emergere tante inadeguatezze dei sistemi sanitari e carenze nell’assistenza alle persone malate”. “Agli anziani, ai più deboli e vulnerabili – rimarca – non sempre è garantito l’accesso alle cure, e non sempre lo è in maniera equa”. E, sottolinea, “questo dipende dalle scelte politiche”, dall’impegno di chi ha ruoli di responsabilità. “Investire risorse nella cura e nell’assistenza delle persone malate è una priorità legata al principio che la salute è un bene comune primario”, ricorda evidenziando anche la generosità di tanti nel portare cure e conforto in questo tempo, che il Papa definisce “una schiera silenziosa di uomini e donne” che hanno sentito gli altri come prossimi in virtù della “comune appartenenza alla famiglia umana”. Centrale la relazione interpersonale medico-paziente. Decisivo, dunque, per una buona terapia “l’aspetto relazionale”. Il Papa auspica “un patto tra i bisognosi di cura e coloro che li curano”, fondato sulla fiducia, mettendo al centro la dignità del malato, tutelando la professionalità degli operatori sanitari e anche intrattenendo un buon rapporto con la famiglia del paziente.

    Nessuno è immune dal male dell’ipocrisia – La critica che Gesù compie verso coloro che “dicono ma non fanno” – secondo le parole del brano evangelico che ispira il tema di questa Giornata – è salutare “per tutti”, spiega poi il Papa, “perché nessuno è immune dal male dell’ipocrisia”. Papa Francesco punta, dunque, sulla relazione diretta, stando attenti a non ridurre “la fede a sterili esercizi verbali” senza coinvolgersi nelle necessità dell’altro e venendo, così, meno “la coerenza fra il credo professato e il vissuto reale”.

    Giobbe e la domanda di senso che la malattia impone – Il Papa evidenzia come la vicinanza sia “un balsamo prezioso” che dà consolazione a chi soffre nella malattia, nella quale tra l’altro si sperimenta “in maniera evidente la nostra dipendenza da Dio” perché si vive una condizione di impotenza in quanto la salute non dipende dalle nostre capacità. Figura emblematica è Giobbe che precipita in uno stato di abbandono, ma proprio attraverso questa fragilità, Giobbe fa giungere il suo grido insistente a Dio. 

    Prossimità anche a livello comunitario – Una vicinanza ai fratelli sofferenti da vivere anche a livello comunitario, esorta il Papa, perché “l’amore fraterno in Cristo genera una comunità capace di guarigione, che non abbandona nessuno, che include e accoglie soprattutto i più fragili”. 

    La testimonianza di chi si è santificato nel servire gli infermi – Dal mistero della morte e risurrezione di Cristo scaturisce quell’amore “che è in grado di dare senso pieno sia alla condizione del paziente sia a quella di chi se ne prende cura” come mostra il Vangelo: le guarigioni di Gesù non sono “gesti magici” ma sempre frutto di un incontro in cui, al dono di Dio, corrisponde la fede di chi lo accoglie.

    È, in conclusione, a Maria Madre di misericordia e Salute degli infermi che si volge lo sguardo del Papa, affinché dalla grotta di Lourdes, sostenga la fede e “ci aiuti – afferma – a prenderci cura gli uni degli altri con amore fraterno”.

  • Gennaio 2021 – mese della pace

    “La cultura della cura come percorso per la pace”. Questo il titolo del Messaggio per la 54a Giornata Mondiale della Pace, l’ottava di Papa Francesco. Causa Covid-19 non ci sarà la tradizionale Marcia per la pace a gennaio. Ma l’appuntamento è stato trasformato e amplificato. Se non si può marciare insieme, infatti, ciascuno può fare un passo di pace e in questo caso a farlo sono sette le Diocesi del Triveneto che scandiranno un “cammino disarmante” (come è stato chiamato il calendario interdiocesano per la pace 2021) in sei passi. Padova, Belluno-Feltre, Concordia-Pordenone, Trento, Treviso, Vicenza e Vittorio Veneto sono le sette Chiese che insieme propongono un itinerario che si svilupperà lungo l’intero mese di gennaio, grazie anche alla collaborazione di numerose associazioni e realtà dei territori coinvolti. «Abbiamo deciso di “unirci” per pensare e organizzare il “tempo della pace” e abbiamo coinvolto sette diocesi, mettendo a tema un argomento – il disarmo – che porta con sé una serie di altri temi, non ultimo la finanza etica», sottolinea suor Francesca Fiorese, direttrice dell’Ufficio di Pastorale sociale, del lavoro, giustizia e pace della Diocesi di Padova, che sta coordinando l’iniziativa. «Ci illudiamo di essere sicuri attraverso le armi, mentre molti investimenti potrebbero essere utilizzati per la lotta alle diseguaglianze che sono le vere ragioni di guerre e conflitti. Le diseguaglianze minano la pace. E con questa sensibilizzazione vorremmo sostenere quanto papa Francesco afferma nel messaggio per la giornata per la pace 2021». «In molte parti del mondo – scrive papa Francesco – occorrono percorsi di pace che conducano a rimarginare le ferite, c’è bisogno di artigiani di pace disposti ad avviare processi di guarigione e di rinnovato incontro con ingegno e audacia». E ancora il Papa sottolinea: «Quanta dispersione di risorse vi è per le armi, in particolare per quelle nucleari, risorse che potrebbero essere utilizzate per priorità più significative per garantire la sicurezza delle persone, quali la promozione della pace e dello sviluppo umano integrale, la lotta alla povertà, la garanzia dei bisogni sanitari (…) Che decisione coraggiosa sarebbe quella di “costruire con i soldi che s’impiegano nelle armi e in altre spese militari un ‘fondo mondiale’ per poter eliminare definitivamente la fame e contribuire allo sviluppo dei Paesi più poveri”». Il percorso “Cammino disarmante” prevede una serie di appuntamenti on line che segneranno sei passi – unire, pregare, conoscere, ascoltare, sperare, dialogare – tutti accompagnati anche da una citazione dell’enciclica di papa Francesco Fratelli tutti. Si inizia venerdì 1 gennaio con il primo passo “unire” con l’invito a tre minuti di riflessione quotidiana sul messaggio di papa Francesco per la giornata mondiale per la pace 2021. Inoltre alle ore 16 verrà proposto un video di avvio del “cammino disarmante” con alcune iniziative e proposte di pace, tra cui la ricetta del dolce della pace da fare in famiglia o la costruzione di un portacandela. Sabato 9 gennaio, alle ore 20, per il secondo passo “pregare”, verrà trasmessa una veglia di preghiera dalla Diocesi di Vittorio Veneto. Il terzo passo – conoscere – sarà domenica 17 gennaio, alle ore 18.30, con una tavola rotonda dal titolo “Miriamo alla pace”, organizzata dalla Diocesi diPadova che vedrà la partecipazione di Lisa Clark, dei Beati i costruttori di pace e co-presidente dell’International Peace Bureau; Francesco Vignarca, coordinatore delle Campagne di Rete Italiana Pace e Disarmo; Claudio Cefaloni, redattore di Città Nuova, padre Mario Menin, direttore di Missione Oggi. Modera Luca Bortoli, direttore del settimanale diocesano di Padova La Difesa del popolo. ll quarto passo – ascoltare – è in programma mercoledì 20 gennaio alle ore 20.30 con un webinar organizzato dalla Diocesi di Treviso che vede la partecipazione del giornalista di Avvenire Nello Scavo, sul tema “Urla e silenzi di guerra”. Il quinto passo – sperare – si terrà venerdì 22 gennaio, giorno in cui entra in vigore il trattato internazionale sulla proibizione delle armi nucleari (TPAN) per i paesi che l’hanno sottoscritto e che ha tra i firmatari la Santa Sede. Alle ore 12, appuntamento con “Pace al decollo”, organizzato dalla Diocesi di Concordia- Pordenone, dove ha sede la base Nato di Aviano. Con l’invito, alle Diocesi coinvolte di far suonare le campane a festa in contemporanea. Il cammino disarmante si concluderà mercoledì 27 gennaio, con la sesta tappa virtuale – dialogare. Alle ore 20.30, appuntamento con “Sentinelle di pace”, iniziativa promossa dalla Diocesi di Treviso che vedrà le testimonianze di padre Michel Abboud, presidente di Caritas Libano e di mons. Paolo Bizzeti, vicario apostolico dell’Anatolia. Ad accompagnare il “cammino disarmante” c’è poi una pagina facebook Passi di pace dove ci sono tutti gli aggiornamenti e le indicazioni per collegarsi ai vari appuntamenti: https://www.facebook.com/Passi-di-Pace-101103721901365

    18-25 GENNAIO – SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI

    Il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani ha pubblicato il sussidio di preghiera per la Settimana di Unità dei Cristiani del 2021, curato dalla Comunità di Grandchamp in Svizzera, che ne ha scelto anche il tema, tratto dal Vangelo di Giovanni: “Rimanete nel mio amore e porterete molti frutti”. Il sussidio è una proposta, che poi ogni singola comunità può adattare. Tradizionalmente, la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani si tiene tra il 18 e il 25 gennaio, secondo una proposta che fu avanzata nel 1908 da padre Paul Watson, perché le due date comprendono simbolicamente la Festa della Cattedra di San Pietro e quella dalla Conversione di San Paolo. Ci sono stati vari precedenti illustri, ma fu solo a partire dal 1968, con Paolo VI e con gli sviluppi ecumenici dettati anche dal Concilio Vaticano II, la Settimana comincia a strutturarsi con un tema e con varie attività, tra cui la presenza del Papa per i Vespri nella Basilica di San Paolo Fuori Le Mura, tradizionalmente dedicata al dialogo ecumenico. Nel 2019, fu un gruppo ecumenico di Malta a occuparsi della redazione del sussidio di preghiera, nel 2018 furono i cristiani dell’Indonesia e nel 2016 furono i cristiani di Lettonia a curarlo. Quest’ano, la scelta è caduta sulla Comunità di Grandchamp, che ha sede nei pressi di Neuchatel, nella Svizzera francese. Sin dall’inizio, la comunità ha avutostretti legami con la Comunità di Taizé e con l’Abbé Paul Couturier, figura fondamentale nella storia della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani. Le suore hanno scelto come tema “Rimanete nel mio amore e porterete molti frutti”. Ma è tutto il brano del Vangelo di Giovanni ad essere meditato negli otto giorni di preghiera per l’Unità dei cristiani, strutturata nel sussidio proprio come la vita della comunità monastica, con le sue veglie e i suoi ritmi. Così, nel primo giorno si medita sulla chiamata di Dio, nel secondo giorno c’è la meditazione sulla maturazione interiore, nel terzo giorno si prega per formare un solo corpo. I temi dei giorni successivi sono pregare insieme, essere trasformati dalla Parola, accogliere gli altri, crescere in unità, riconciliarsi con la creazione. Attualmente ci sono circa 50 sorelle nella comunità, e la maggior parte di loro vivono a Grandchamp, mentre altre vivono in Sonnenhof e altre ancora in diversi posti. Sono presenti in Svizzera, in Olanda e in Francia, e si dedicano alla preghiera per la riconciliazione dei cristiani e per la cura del creato. Nel loro sussidio, le suore si ispirano a Dorotheus di Gaza, monaco palestinese del VI secolo, e invitano a comprendere che quando ci si avvicina a Dio nella vita spirituale, allora ci si avvicina anche ai nostri fratelli e alle nostre sorelle in Cristo, provando una maggiore solidarietà con il resto del creato. La Comunità di Grandchamp è stata formata negli Anni Trenta del secolo scorso, da donne della Chiesa protestante della Svizzera romanda conosciute come “le Signore di Morges” che hanno cominciato ad organizzare ritiri spirituali. Molto velocemente, questi ritiri si sono tradotti in una vita comunitaria. Immediati sono stati i legami con la comunità di Taizé, perché era proprio in quegli anni che la comunità riscopriva il monachesimo tramite l’opera di Frere Roger Schutz. Tra Frere Roger e Madre Genevieve, prima priora di Grandchamp, ci fu subito un rapporto fraterno, tanto che le sorelle adottarono la regola di Taizé nel 1952. Le cinquanta sorelle della comunità sono di diverse generazioni e tradizioni cristiane, ma restano fedeli alla vocazione originaria. Le prima sorelle avevano sperimentato il dolore della divisione tra Chiese cristiane, e per questo cominciarono a lavorare per l’unità, incoraggiate dall’Abbè Paul Couturier. Tutta la comunità è stata coinvolta nella stesura dei testi, e poi quattro sorelle sono state chiamate a far parte della commissione internazionale per stilare il sussidio definitivo.

    24 GENNAIO 2021: LA DOMENICA DELLA PAROLA , UNA FESTA CON LA BIBBIA

    La Domenica della Parola è un’occasione speciale per raccogliere il popolo di Dio attorno alla Bibbia, come ci invita a fare Papa Francesco. Una giornata di festa e celebrazione per rimettere al centro della vita, accanto all’Eucaristia, l’ascolto della Sacra Scrittura, attraverso esperienze e momenti di lettura, approfondimento e riflessione spirituale da vivere in comunità.

    DALL’ANAGRAFE PARROCCHIALE 2020

    46

    Prime comunioni

    10

    Battezzati

    35

    Cresimati